L'epidemiologia applicata all'attività fisica (scienza che studia la relazione tra attività fisica e salute) ha tratto conclusioni ancora più allarmanti:
la relazione osservata tra poca o assente attività fisica e aumento delle malattie non è dovuta ai fattori confondenti come l'età, il sesso, il grasso corporeo, lo stato precedente di salute, la dieta, il fumo, il consumo di alcol, l'educazione e il reddito.
Le prove fornite correlano al di là di ogni ragionevole dubbio lo sviluppo di numerosi stati di cattiva salute all'inattività fisica. Perché questo nesso così stretto tra salute e attività fisica? Che cosa mette il nostro stato di salute alle dipendenze dell'attività fisica? Per comprendere la risposta dobbiamo uscire dalle nostre ristrette coordinate temporali (la vita umana) ed allargare lo sguardo sulla ben più lunga scala cronologica dell'evoluzione.
Noi siamo i figli di progenitori di successo, arrivati primi sul podio nella competizione alla sopravvivenza in un'arena di condizioni ambientali ostili e di fame, viste le scarse occasioni di abbondanza alimentare. I vincitori di questa gara lunga quanto la storia dell'umanità sono sopravvissuti grazie al movimento e all'adattamento degli organi ad esso.
Il cuore, i polmoni, i muscoli, il sistema endocrino e gli organi interni hanno migliorato, nel corso dei lunghi tempi evolutivi, la loro tolleranza allo sforzo fisico e all'ambiente.
Tant'è che l'attività fisica è stata e resta lo stimolo biologico essenziale necessario a mantenere efficienti e in salute tutti i nostri organi e sistemi. Insomma, siamo programmati per muoverci e per sottoporci ad un rodaggio perpetuo, pena il deperimento del "motore".
La buona notizia è che questa ancestrale vocazione al movimento premia con risultati straordinari soprattutto chi, di punto in bianco, abbandona l'insana abitudine al bivacco da divano. Infatti a qualsiasi età iniziare a fare un po' di sport, abbandonare il fumo e contenere la pressione arteriosa allunga la vita. Nessuno, a questo punto, può accampare il più scontato degli alibi: "oramai è troppo tardi!".
Cosa si intende per inattività fisica? L'inattività fisica è stata definita come una serie di attività muscolari troppo blande, troppo brevi e troppo poco frequenti da produrre quegli stimoli indispensabili al mantenimento di una buona funzionalità dei nostri organi. Per esempio, l'inattività fisica può essere la mancanza di contrazioni muscolari sufficienti a garantirne la ricostruzione. Oppure non raggiungere mai delle frequenze cardiache indispensabili (>50% della frequenza cardiaca massima) per la salute del cuore.
Ovviamente il grado di inattività è relativo all'età e alle condizioni della persona. La quantificazione del concetto di "inattività" di un giovane sarà diversa da quella di un anziano.
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